L’aspettativa negativa: un limite alle nostre potenzialità

L’aspettativa negativa: un limite alle nostre potenzialità
La nostra mente ha la propensione naturale ad anticipare gli scenari che andremo a vivere. Questo è sempre servito alla specie umana per regolare il proprio comportamento e adattarlo alle situazioni. Se non avessimo avuto questa capacità, ci saremo estinti milioni di anni fa, facili prede di animali selvatici e minacce di ogni genere. Vale a dire che l’aspettativa ci muove e ci permette di dare una determinata impronta alla nostra esistenza.
Se andiamo dalla parrucchiera ci aspettiamo di uscirne con un taglio che ci piace. Se conosciamo un partner a cui siamo interessati, immaginiamo quanta compatibilità c’è tra noi, e questo fa sì che ci aspettiamo di essere ricambiati. Se abbiamo studiato, ci aspettiamo di superare un esame. Se il cielo è grigio, non organizzeremo un pic-nic in campagna, pensando che probabilmente pioverà.
Questo discorso è valido sia in positivo che in negativo. Anche aspettarsi un esito catastrofico può proteggerci o limitarci. Infatti, proprio la nostra personale percezione e valutazione degli eventi genera dei comportamenti che possono esporci a situazioni di crescita e soddisfazione, come anche limitarci ed evitare di fare esperienza. Pensiamo all’esempio del pic-nic o ad una persona molto timida che si aspetta di essere rifiutata dalle persone, non si lancerà mai per prima in una conversazione, perdendo delle occasioni per fare conoscenza e rischiando la solitudine. Nel primo esempio ci preserviamo dalla delusione di un acquazzone che ci rovina una scampagnata, nel secondo invece vediamo una percezione e interpretazione della realtà che limitano fortemente un comportamento, confermando e aumentando l’atteggiamento di timidezza.
Un esame di realtà
Partiamo dal presupposto che la realtà è un concetto relativo e che ognuno vive la propria in base alle sue percezioni. Per alcune persone è vero che i broccoli sono ortaggi disgustosi e puzzolenti, per altre è vero che sono deliziosi e ne mangerebbero a valanghe. La realtà quindi dipende da come ci siamo approcciati ai broccoli, dai nostri gusti e dall’esperienza che ne abbiamo fatto.
La nostra aspettativa è fortemente dipendente dalle esperienze che abbiamo maturato nel corso della nostra vita. Collezionare situazioni che hanno un esito simile, crea un apprendimento dentro di noi che genera lo schema con cui rispondiamo alle circostanze. La mente umana tende all’ “economia”, ossia tende a generalizzare gli apprendimenti e le soluzioni che applichiamo ai piccoli e grandi problemi quotidiani. Se qualcosa ha funzionato o non ha funzionato, ci convince a fare (o al contrario, ci evita di fare) una determinata cosa in una situazione che ci sembra somigliante (o ci dà le stesse emozioni). Il sentimento che ci porta ad aspettarci di essere rifiutati da un partner potrebbe essere generato dal fatto di essere stati scelti per ultimi nella formazione delle squadre durante i giochi di infanzia, o da un fidanzato precedente che ha preferito una ragazza più bella, o ancora da una serie di porte in faccia nella ricerca del lavoro.
Per evitare che questa generalizzazione di schemi mentali penalizzi fortemente il nostro vivere pienamente, è opportuno soffermarsi ad analizzare gli elementi che formano la nostra realtà.
Ecco cosa possiamo fare:
- Cerchiamo di capire cosa abbiamo sperimentato nel passato che ha generato un apprendimento poco piacevole e un sentimento negativo. Esploriamo le nostre paure e chiediamoci se ciò che ci limita ha a che fare con le difficoltà che effettivamente possiamo riscontrare nella situazione presente, oppure parla di un passato che ancora non abbiamo elaborato;
- Proviamo ad essere consapevoli dei nostri punti di forza e come questi possono essere risorse preziose per superare i nostri blocchi;
- Facciamo un adeguato esame di realtà che ci porti a valutare cosa possiamo fare concretamente per migliorare la situazione e ci eviti di vivere passivamente la situazione bloccante;
- Alleniamoci ad avere una visione più allargata delle situazioni, a non farci spaventare subito da un’aspettativa che vediamo già delusa in partenza chiudendo il nostro punto di vista sulle emozioni negative. Lasciamole decantare e assumiamo più informazioni possibili tenendo conto di tutte le variabili, positive e negative, per vedere la situazione sotto un’ottica più realistica possibile.
Annullare le proprie aspettative è qualcosa di impossibile, tuttavia è possibile modificarle e dovremmo cercare di alimentare un buon rapporto tra i nostri vissuti e le reazioni ad essi, facendo in modo di non irrigidire la nostra visione sulle esperienze future per saper cogliere le opportunità che ci si presenteranno.