I pensieri che limitano l’autostima
By: Silvia A. Matta
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I pensieri che limitano l’autostima
Mentre la nostra vita scorre, ogni cosa che ci accade, ogni impressione che ci facciamo, ogni relazione che instauriamo, contribuiscono a creare l’idea che abbiamo di noi stessi. Gli esiti delle esperienze che collezioniamo, attivano una valutazione del nostro valore e in base a questa percezione (positiva o negativa) affrontiamo la vita. È così che costruiamo la nostra autostima (se vuoi approfondire il concetto clicca qui).
In altre parole, è come se durante la nostra intera esistenza raccogliessimo informazioni su di noi e su come funzioniamo, e la valutazione che ne deriva crei le linee guida che orientano costantemente (a livello consapevole e inconsapevole) i nostri comportamenti e le nostre emozioni.
Ma non sempre va tutto per il verso giusto. Non sempre siamo imparziali riguardo a ciò che pensiamo di noi stessi e ciò che crediamo, le nostre convinzioni, le nostre aspettative, condizionano i nostri comportamenti e gli atteggiamenti con cui affrontiamo la vita.
Il potere dei nostri pensieri
Ciò che pensiamo ha un impatto potentissimo in ogni aspetto della nostra vita. Può condizionare il nostro corpo, la salute o la malattia, il lavoro e le relazioni, gli impegni, la motivazione e le azioni quotidiane.
Per capire il potere dei pensieri e delle convinzioni prendiamo un fenomeno molto conosciuto e che ha molti riscontri scientifici: l’effetto placebo. Il biologo cellulare Bruce Lipton, parla anche di “effetto credenza”. Se una persona è convinta di assumere una medicina, i suoi sintomi diminuiranno, anche se ciò che assume non è un farmaco. Basta crederci per influenzare il nostro corpo. La nostra mente possiede grandi risorse in questa prospettiva.
Corrispondente al placebo, però, c’è il nocebo, ossia l’esatto opposto. La convinzione che qualcosa non faccia bene o non sia efficace, finisce con il nuocere davvero alla salute. È l’effetto che possono avere i pensieri negativi nella nostra realtà.
Ciò che pensiamo orienta le emozioni che proviamo. Se i nostri pensieri sono limitanti (ci diciamo “non sono capace”, “non posso”, “non lo so fare”, “sbaglio tutto”, “sono inadeguata”…) ci identificheremo con essi, e poiché è il pensiero a guidare l’azione, ci comporteremo di conseguenza. Eviteremo di affrontare determinate situazioni, di accedere ad opportunità, o semplicemente vivremo la vita con molta insoddisfazione, credendo di non essere abbastanza competenti o efficaci.
Le distorsioni cognitive
Ma da dove nascono i pensieri limitanti? Spesso le autoanalisi che contribuiscono a definire l’autostima di una persona sono falsate dalle sue distorsioni cognitive, ovvero da pensieri disfunzionali che interpretano in modo distorto le esperienze.
Vediamo nello specifico alcune distorsioni cognitive (Sacco e Beck 1985)
- Le inferenze cognitive: attraverso le quali gli individui traggono conclusioni da situazioni non supportate dai fatti, anche quando l’evidenza è in contrasto con la conclusione.
- Le sovrageneralizzazioni: si è portati a generalizzare eccessivamente partendo, per esempio, da un episodio particolare, o da un dettaglio estetico.
- Le astrazioni selettive: si presta attenzione ad un solo aspetto o a un solo dettaglio della situazione divenendo emblematico e rappresentativo del proprio modo di essere. Gli aspetti positivi sono spesso ignorati a vantaggio di quelli negativi.
- La massimizzazione: è la tendenza ad esagerare aspetti negativi di una singola azione svolta o di una situazione.
- La minimizzazione: gli aspetti positivi vengono sminuiti.
- La personalizzazione: attribuire caratteristiche personali a una situazione, per esempio la tendenza di una persona a sentirsi colpevole per qualche evento negativo accaduto.
- Il pensiero dicotomico: gli eventi sono valutati in forma estrema, la persona non ammette sfumature riconducendo l’analisi ai costrutti del tutto e niente (visione in bianco e nero).
Intervenire sulle credenze
Le credenze non sono altro che una sensazione di certezza riguardo a qualcosa e sono dei pensieri che ripetiamo. Il problema nasce quando i pensieri negativi diventano automatici e si intromettono nel raggiungimento di un obiettivo o nel nostro benessere complessivo.
Ognuno di noi manifesta costantemente le credenze che ha con azioni e reazioni quotidiane e costanti.
Il passo più significativo che possiamo fare in favore della nostra autostima è riconoscere questi pensieri disfunzionali e intervenire allenando le nostre capacità di rispondere adeguatamente.
È indispensabile modificare il modo in cui si interpretano e si valutano le situazioni di vita. Quindi, si devono sostituire i pensieri automatici e rigidi con pensieri più realistici, flessibili e adattivi.
Se per te è difficile riconosce i pensieri disfunzionali e vuoi intervenire in modo significativo sulla tua autostima, valuta di intraprendere un percorso di psicoterapia.