Amare un uomo sposato

Amare un uomo sposato
Intraprendere una relazione con un uomo (ma anche una donna) che ha già un altro legame è una situazione più frequente di quanto si possa immaginare. Queste storie iniziano spesso con molta facilità e leggerezza, quasi per gioco, ma ben presto si tramutano in un vero e proprio incubo che porta l’“amante” a grandi sofferenze e talvolta anche a forme di depressione che non andrebbero sottovalutate.
Un amore clandestino è fatto di profonde contraddizioni e sbalzi emotivi molto netti, in quanto si passa dal desiderio più appassionante al dolore, alla solitudine, passando per la gioia e la sorpresa, ritornando all’insoddisfazione e alla frustrazione.
La trappola dell’elemento temporale
Se si è impegnati in una relazione o in un matrimonio, il tempo da dedicare all’amante sarà molto contenuto per ragioni piuttosto ovvie: il partner legittimo necessita di vicinanza e attenzioni. Questo tempo passato tra amanti quindi acquista un valore significativo per queste ragioni specifiche:
- È poco e va vissuto intensamente. Se si deve concentrare una storia d’amore in parentesi ben circoscritte, tutto verrà consumato con una passione maggiore per non sprecare quegli attimi trascorsi insieme. La voglia e il desiderio quindi vengono esaltati, sia perché si risponde all’entusiasmo reciproco (ricordiamoci che i neuroni specchio sono essenziali anche per l’eccitazione), e sia perché questa fugacità segreta è di per sé eccitante.
- Tempus fugit e potrebbe alterare la conoscenza reciproca. Il poco tempo a disposizione viene consumato spesso e volentieri nella passione per cui non ne resta granché per una conoscenza profonda e per il dialogo. Anche se ci dovessero essere intense confessioni e fiumi di parole, questo potrebbe essere strumentalizzato per colpire nel punto debole dell’altra che per esempio è molto sensibile, per fare breccia quindi, per far nascere un senso di intimità, di complicità che tuttavia è illusoria. Purtroppo, nella maggioranza dei casi, questo atteggiamento viene pilotato per affabulare e non perdere l’altra tenendola legata a sé, facendola sentire importante, speciale! Tuttavia, proprio per l’assenza di tempo, il “traditore” potrebbe essere ben predisposto a parlare di sé, ma poco ad ascoltare l’altra, creando una relazione poco reciproca. Questo vale anche (soprattutto) per quelle relazioni extraconiugali che utilizzano il tempo disponibile per chattare e mandarsi messaggi. Per conoscersi veramente, quindi, manca la meravigliosa “bruttezza” della quotidianità che si apprezza nel tempo.
- È pure sempre una fuga. Il “traditore” fugge da una situazione che non vuole o non sa gestire; quel tempo concentrato ed intenso con l’amante è una valvola di sfogo, una boccata d’aria fresca per poi rituffarsi nel mare dell’immobilità coniugale. Diversa è la fuga per l’amante che fugge dal dolore dell’assenza. Pur non essendo mai sazia dell’altro, l’amante si fa andare bene anche quei velocissimi 20 minuti. Si dice, mentendo a se stessa, “sono pur sempre meglio di niente!” spezzando per un attimo la crisi d’astinenza generata dall’attesa, dalle ore ad osservare e congetturare sull’ultimo accesso su Whatsapp, o sul significato di una frase detta durante l’atto d’amore.
Da un punto di vista strettamente psicologico, una coppia, per dirsi tale e sviluppare un legame maturo, stabile e adulto, attraversa una serie di 4 tappe caratterizzate ognuna da un certo quantitativo di tempo, e sono: 1) attrazione, 2) innamoramento, 3) amore, 4) fase post romantica. Tenendo presente ciò, il tempo concentrato ed esaltato di una relazione in cui uno dei due partner ha in atto un altro legame significativo, relega i due amanti ad una costante fase di innamoramento e/o di attrazione in cui non si scende mai in profondità per assenza di un vero e proprio scambio reciproco che necessiterebbe di tempo e quotidianità.
Il “contratto a tempo” di una relazione con un uomo impegnato permette a lui di trarre molti benefici rispetto all’amante. Per esempio fortifica la sua autostima, potendosi beare dando un’immagine di grande amatore, gli permette di dettare le regole nel rapporto con l’amante e allenta in modo significativo le ragioni per le quali la relazione ufficiale non va per il verso giusto. Ci sono addirittura casi in cui la piacevole parentesi con un’altra donna può riassestare la crisi coniugale.
L’illusione dell’attesa
Cosa succede invece all’amante che si innamora di un uomo sposato? È possibile che queste relazioni si concludano con un happy ending? Ovviamente tutto è possibile e può accadere che qualcuna di queste relazioni abbiano un epilogo felice per lei, ma purtroppo sono molto rare.
Il problema più grande che una donna si trova a gestire, quando si innamora di un uomo sposato, è l’estenuante illusione dell’attesa. Essendo intrappolata in una costate forma di innamoramento in cui l’altro viene percepito migliore, irreale, mitizzato e quindi distorto, la donna cede facilmente al meccanismo di accontentarsi di quel poco che lui può offrirle in quella pallida imitazione di relazione, ed è disposta ad attendere per un tempo non ben precisato (ma parliamo anche di molti anni) che lui si decida a mandare all’aria la propria vita coniugale, scegliendo finalmente lei, ricompensando la sua attesa e pazienza. La sua vita emozionale viene per questa ragione messa in stand-by, ha difficoltà a lasciare andare questo rapporto e al contempo non riesce ad innamorarsi di qualcun altro che potrebbe renderla più felice: resta immobile nell’attesa. Una donna che vive una situazione del genere, sa che non può avanzare richieste o pretendere dall’altro qualcosa per sé. Gli attimi di felicità per lei quindi sono briciole che lui le butta addosso ritagliandole dai suoi impegni e dalla sua vita.
L’illusione del Pathos
Ma una relazione che non si può basare sulla reciprocità, è da considerarsi dignitosa? Ad attenuare la ferita alla dignità e amor proprio dell’amante, interviene un’altra importante illusione autoinflitta: il pathos.
Pàthos è una parola greca che significa letteralmente “sofferenza”. Indica l’insieme di passionalità, concitazione, grandezza, propri della tragedia (intesa come opera) e della sua capacità di suscitare, con la potenza drammatica in essa contenuta, intensa emozione affettiva e commozione estetica.
L’amante si fa trasportare dal grande patos del traditore, ascoltando il racconto della relazione travagliata e sofferente di lui che racconta di non essere felice, di aver sbagliato e sperato che le cose si potessero sistemare, ma è impossibile, lui è imprigionato per non dare sofferenza alla moglie e ai figli… Per cui in fondo è anche una bravissima persona vittima degli infelici eventi… e tassello dopo tassello, la tragedia greca prende forma. Scatta quasi in automatico allora, nella stragrande maggioranza delle donne (per restare in tema di tragedia), il moto dell’eroina che salverà la povera vittima dal male supremo della tristezza. Questo ha una doppia finalità dannosa: da un lato fa sentire la donna speciale perché lei “lo salverà”, dall’altro questo ragionamento (spesso inconsapevole) la lega ancora più fermamente a lui con la convinzione che con lei tutto sarà diverso, che la loro relazione non sarà così miserevole.
Eppure dietro una persona che tradisce può non esserci necessariamente un rapporto in crisi. Da diversi studi infatti è emerso che l’infedeltà si può verificare indipendentemente dalla qualità della relazione, ma senza dubbio è uno dei possibili sintomi che una relazione può manifestare per evidenziare una fase di disfunzionalità. Ma, se è vero che entrambi i membri della coppia sono gli artefici del problema relazione, è anche vero che chi tradisce può star manifestando un’incapacità relazionale di una certa entità.
Uscire da un amore del genere, che inghiotte come una spirale oscura e negativa, è difficile ma non è impossibile. È opportuno prendere consapevolezza delle dinamiche in cui si è intrappolati e avere la volontà di uscirne, eventualmente anche intraprendendo un percorso di psicoterapia.
A te è mai successo di vivere una situazione simile? Sta capitando adesso?
Se vuoi raccontamelo nei commenti. Parlarne e condividere è già un passo importante per affrontare le difficoltà.
Si anche io Giusy sto vivendo questo amore impossibile con un duomo sposato che pero si e interrotta nel momento in cui lui ha iniziato ad avere oltre al lavoro impegnativo( medico) altre passioni sportive. A quel punto ho preteso il tempo che mi stava togliendo. E si e allontanato e. Io ne ho trovato un altro(sposato anche lui) che mi ha distolto dal suo pensiero anche se sono convinta che lui e l duomo della mia vita ma che non ci siamo trovati nei tempi giusti! Io non voglio che lasci la famiglia ma che torni da me e mi faccia sentire una splendida persona come ha sempre fatto.
Sette anni con un egiziano sposato con tre figli. Sei una donna importante per me, non voglio perderti, ci tengo a te. Nel 2016 prima di partire per tre mesi come suo solito per l’Egitto mi dice:……..Mariella sono sette anni che mi dici le stesse cose (ho chiesto solamente quando ci potevamo vedere) e anche quando non volevo mi dicevi …..andiamo in camera!!!!
Ma questo è un uomo? Parlare no insultare si.
Come dovrei comportarmi allora? Offesa e trattata come una poco di buono.
Io sono innamorata da 16 anni di un uomo sposato, io sono stata sposata ma ho lasciato mio marito per lui. Con l’uomo sposato ci vediamo una volta al mese e quando riesce resta a dormire da me. Dice che prima deve sistemare i figli e poi penserà a crearsi un futuro insieme a me. Io sono tranquilla perchè anche se mi manca riesco a vivere bene anche da sola.
Ciao a tutte..Sono sposata da 15 anni con due figli di 14 e 8 anni. A mio marito voglio bene e il nostro matrimonio è tranquillo ma il mio cuore batte per un collega lontano da me 600 km.. ormai sono 5 anni che viviamo un rapporto solo telefonico.. ci sentiamo per lavoro e cmq almeno 2 volte al giorno fuori orario d’ufficio e ogni sera ci scambiamo il messaggio della buonanotte. Col tempo, ci siamo detti che ci vogliamo bene, che siamo importanti l’uno per l’altra.. ci siamo visti anche da soli ma nessuno dei due è mai andato oltre…Lui nel frattempo, ha sposato la sua compagna dopo 15 anni di convivenza definendo il suo matrimonio come “atto dovuto” ad una persona che sta anche male fisicamente (non mi ha mai spiegato i particolari.. forse anche perché sa bene che non voglio sentir nominare la moglie..). Abbiamo provato anche a dire basta.. ma non ci siamo mai riusciti.. da circa un anno, ho notato che è molto più legato, facendo anche il geloso in alcune occasioni… a dir il vero, spesso gli dico che mi manca, che gli voglio bene ma che tutto deve rimanere così tra noi… Lui non si sbilancia molto e questo mi crea confusione… non mi ha mai detto chiaramente cosa prova per me ma mi cerca quotidianamente anche quando è in ferie… Lunedì prossimo ci vedremo e trascorreremo un pomeriggio insieme… sono combattuta.. vorrei sentirmi dire i suoi sentimenti oppure mi viene da chiudere questo rapporto… cosa mi consigliate?
Salve, io vivo da maggio una storia con un uomo sposato, all inizio nn lo sapevo, lui mi aveva detto di essere separato ma poi l ho scoperto da sola guardando il suo profilo su fb. Nonostante tutto son rimasta insieme a lui ,che continuava a dire di amarmi ma al tempo stesso doveva stare con sua moglie e i suoi figli . Alla fine nn ce l ho fatta e ogni giorno gli chiedevo qualcosa sul suo matrimonio e come mai nn si decidesse ad allontanarsi almeno un po dalla moglie invece di ritornare a dormire con lei …prima viveva in caserma. Lui si è pure infastidito. Io nn lo chiamo, sono stanca delle sue prese in giro.
Ciao a tutte. Io vivo da un anno e mezzo questa relazione con uomo che convive da dieci anni e ha quattro figli, di cui due avuti da poco.
Lui è anche il mio migliore amico (con lei non ho rapporti di amicizia non ci siamo mai prese bene) . Ci siamo inseguiti per anni, ci cercavamo con gli occhi ma all’epoca per vari motivi non è successo nulla e lui si è messo con lei.
Nella primavera 2018 scatta qualcosa, lei resta incinta per “sbaglio” lui va in crisi, ha 50 anni non li vuole. Per farla breve, io nel mentre sono tornata single, cediamo alla passione. Lui mi dice che sono importante, che vorrebbe stare con me, addirittura dice che mi ama. E io gli credo, mi fa volare come nessuno prima. Poi l’inverno inizia a seminare crepe, fino ad arrivare alla scorsa estate in cui mi dice che non se la sente più, che è stato un momento, che non lo sa gestire, che ha una compagna con cui crescere 4 figli!!(e te lo ricordi ora??) Io insisto e siamo ancora in questo balletto in cui mi rendo conto che non c’è uscita, perchè anche se ci vediamo una volta a settima un’ora lui è cambiato, è più freddo, non mi dice più che mi ama, non vuole piu messaggi sentimentali, addirittura molte volte non risponde ai miei messaggi. Eppure non riesco a mollare. Ho anche intrapreso un percorso psicoterapeutico ma non è cambiato nulla. Che fare? (E tutto cio senza dimenticare che prima di cedere ho resistito dicendogli che non potevo reggere la situazione)