“È impossibile vivere senza aver fallito in qualcosa,
a meno che non si viva così cautamente
da non vivere per nulla,
nel qual caso, il fallimento è implicito.”
– J. K. Rowling
Nella vita non sempre tutto va secondo i nostri piani: un esame che va male, una relazione che finisce, un errore, un’opportunità mancata. Il fallimento, malgrado sia un’esperienza dolorosa e negativa, fa parte della vita. È un momento essenziale di crescita che può insegnarci tanto su noi stessi e sulle nostre risorse interiori.
Insieme all’insuccesso c’è una grande opportunità per valutare diversamente la situazione, osservarla da altri punti di vista e pianificare nuove strategie di azione.
Molti personaggi noti, prima di raggiungere la fama, hanno in comune storie di fallimenti importanti e non è infrequente sentirli dichiarare che è grazie ad essi se hanno agito meglio fino ad arrivare al loro successo.
Un esempio dei giorni nostri è quello della grandissima scrittrice di Harry Potter, Joanne Rowling.
Prima del successo mondiale dei suoi libri, la sua vita non è stata semplice, ma non si è mai arresa. Dopo la fine del suo matrimonio, disoccupata, con una figlia piccola da mantenere, per qualche anno sopravvive a Edimburgo grazie ai sussidi statali. Questa situazione la porta a soffrire di depressione ed è convinta che nella sua vita non potrà mai accadere nulla buono. Eppure il suo sogno non muore. Anzi, mette tutti gli elementi difficili della sua vita nella stesura del suo libro e riesce a finire di scriverlo (i dissennatori sono una fantastica metafora della depressione!). Trova un agente letterario, che propone il suo romanzo a dodici editori diversi ma nessuno di essi è interessato alla storia del maghetto, finché un editore accetta il suo romanzo e lo pubblica. Il resto è una storia di successo senza eguali.
Con tutta la potenza della sua storia, nel 2006 J.K. Rowling ha tenuto un famoso discorso davanti ai laureandi dell’Università di Harvard in cui dice: “Non abbiate paura di fallire; imparate tutto ciò che potete dal fallimento”.
Davanti al fallimento si possono avere generalmente due atteggiamenti: uno utile che viene usato come leva per fare meglio o apprendere dall’esperienza, e uno negativo che esternalizza le cause senza possibilità di farne esperienza o per confermare un’idea negativa di sé stessi.
Atteggiamenti negativi:
Atteggiamento positivo/ ottimale
Dopo queste riflessioni, non significa che il fallimento debba essere privo di emozioni negative, anzi, è molto umano sentirsi delusi, arrabbiarsi o provare dolore, ma ciò che conta è l’impatto che il fallimento ha nella nostra vita. Non è possibile controllare quali eventi negativi ci capiteranno, tuttavia è possibile regolare come reagiremo ad essi.
Ecco alcuni consigli con cui puoi usare l’insuccesso:
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